mercoledì 18 maggio 2016

Serie A: La giornata degli addii



Di Fabio Caravello

Un manipolo di calciatori ha salutato la Serie A in quest’ultima giornata di campionato, di seguito in quest’articolo vogliamo omaggiarne qualcuno:





Christian Abbiati classe 77’ : 15 anni in totale al Milan in due parentesi, dal 98’ al 2005 e dal 2008 al 2016. E’ il Monza a lanciarlo tra i professionisti nel 1994, un anno in prestito al Borgosesia e poi di nuovo al Monza divenendo il primo portiere dall’undicesima giornata in poi.
Stesso destino quando passa al Milan nel 1998: in un Milan Perugia del 17 Gennaio 1999 viene fatto entrare al 92° minuto di gioco per rimediare all’espulsione di Sebastiano Rossi, non uscirà più e il suo contributo sarà fondamentale per la conquista del sedicesimo scudetto rossonero.
Tre anni in giro per l’Italia e in Europa tra il 2005 e il 2008 con le parentesi di un anno in Juventus, Torino Atletico Madrid, poi di nuovo Milan per altri 8 anni prima di chiudere la carriera da riserva di un giovanissimo e promettentissimo Donnarumma che lo ha abbracciato commosso dopo il fischio finale dell’ultima giornata di campionato.

Gianpaolo Bellini classe 80’ : Non devi necessariamente  chiamarti Gigi Riva o Francesco Totti per diventare una bandiera. Gianpaolo Bellini ne è un esempio eloquente, 36 anni di età e 30 con la maglia dell’Atalanta, da quando ne aveva sei e cominciò a dare i primi calci al pallone coi pulcini.
Nella stagione 1998-99 l’allenatore della primavera bergamasca Vavassori viene promosso in prima squadra dopo gli ottimi risultati conseguiti e allora decide di portare con se un gruppetto di ragazzi del vivaio tra i quali Gianpaolo Bellini che quella maglia numero sei non la toglierà più.
Nell’ultima apparizione casalinga i tifosi della dea l’hanno salutato con una coerografia da brividi: tantissimi cartoncini nerazzurri col numero sei a colorare gli spalti, lui ha ringraziato tutti realizzando il gol del pareggio finale su calcio di rigore.
Non serve vincere uno scudetto per diventare una bandiera, Gianpaolo Bellini docet.



Luca Toni classe 77’ : L’immagine che prima di ogni altra associamo a Luca Toni è sicuramente l’esultanza di quel  30 Giugno 2006: Italia-Ucraina 3-0, sua la doppietta che ci porta in semifinale, due gol pesantissimi anche perché l’Italia quel mondiale lo vincerà.
Al titolo di capocannoniere conquistato con la Fiorentina aggiunge dunque anche quello di campione del mondo e dopo un’altra stagione coi viola decide di lasciare la Serie A per tentare l’avventura in Germania,al Bayern Monaco, Toni-Ribery: un tandem che nessuno vorrebbe mai trovarsi contro.
Al primo anno in Bundesliga realizza 24 reti ed è subito capocannoniere anche in Germania, discreto bottino anche il secondo anno, 14 reti in 25 partite, poi un infortunio lo blocca per  tutto il pre-campionato successivo minandone la stagione.
A Gennaio del 2010 torna in Italia, alla Roma, durante il mercato di riparazione da lì in poi comincia un valzer senza fine: Genoa, Juventus, Fiorentina e addirittura una parentesi all’Al-Nasr.
Sembra ormai sulla via del tramonto quando a 36 anni, nel 2013, arriva la chiamata dell’Hellas Verona neopromossa in Serie A: realizza 20 reti che regalano ali scaligeri una salvezza insperata ad inizio stagione, o meglio, sfiorano l’Europa collezionando 54 punti.
La stagione successiva Toni zittisce anche i più scettici, con 22 reti diventa il capocannoniere più anziano della storia: 38 anni e non sentirli.
Ecco, meglio fermarci qui e dimenticare l’ultima stagione, almeno fino al cucchiaio nella sua ultima apparizione contro la Juventus: è l’8 Maggio del 2016, Luca Toni saluta così e il pubblico ringrazia dagli spalti.

Antonio Di Natale classe 77’ : Nato a Napoli nel 1977, appena ha l’età giusta per dare due calci al pallone, come tutti i suoi coetanei lo fa ispirandosi a mito dell’espoca, rimasto tale ancora oggi, soprattutto per i partenopei: Diego Armando Maradona.
Quando Totò (così lo chiamano gli amici) ha 10 anni e gioca per le strade di Napoli, è il 1987 e il pibe de oro incanta la città del  Vesuvio conquistando il suo primo scudetto mentre l’anno precedente ha già incantato il mondo con la sua  Argentina ai mondiali di Messico 86’.
Di Natale lascia Napoli precocemente, ha solo 13 anni quando si trasferisce in Toscana per giocare nelle giovanili dell’Empoli, vi resterà fino al 2004, ad esclusione di qualche prestito tra il 1997 e il 1999. Ha 27 anni Totò Di Natale nel 2004 quando approda all’Udinese, potrebbe sembrare un semplice step ma così non sarà; ad Udine scriverà un pezzo di storia, un bel pezzo di storia.
12 anni, 191 reti in 385 partite giocate e due titoli di capocannoniere trovano riscontro in un’affermazione  dello storico presidente Giampaolo Pozzo: “Di  Natale è stato il più forte giocatore che ha vestito la maglia dell’Udinese, il suo stile è un inno alla bellezza del calcio”, come dargli torto?

Miroslav Klose classe 78’ : Tanto, troppo da dire anche sul capocannoniere di tutti i tempi nella storia dei mondiali di calcio ma come ci ha ricordato nell’ultima giornata al momento di calciare il rigore contro la Fiorentina, esistono delle gerarchie ed esistono anche in Frammenti di Calcio, ce ne parlerà in un approfondimento specifico la nostra Beatrice Fiaschi quindi, non vi resta che aspettare…

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