sabato 23 aprile 2016

Paul "gazza" Gascoigne: genio, sregolatezza e un talento incredibile

Di Beatrice Fiaschi

Paul Gazza, al secolo Paul John Gascoigne, ha militato nelle file della Lazio tra il 1992 e il 1995, giocando nel ruolo di centrocampista con spiccate doti registiche e offensive. Classe 1967, ha esordito nel calcio che conta con il Newcastle nel 1985 restandovi per tre anni, per poi accettare il trasferimento al Tottenham, squadra dove è letteralmente esploso. A questo punto però, proprio nella stagione più redditizia, quella del 1990-1991, un gravissimo infortunio al ginocchio lo terrà lontano dai campi per un anno intero, subendo così uno stop che si temeva definitivo. L’occhio lungo della Lazio lo porta a Roma nel 1992.
Paul Gascoigne ragazzino nelle giovanili del Newcastle
Qui incanta tifosi e amanti del bel calcio con le sue giocate talentuose e il dribbling fluido, conquistando definitivamente la fiducia del pubblico con un goal d’esordio che profuma di leggenda. Domenica 29 novembre 1992: la Lazio sta perdendo il derby con la Roma passata in vantaggio grazie alla rete di Giannini in un derby non particolarmente brillante quando al minuto 86, dopo una buona ripresa della squadra bianco-celeste e il goal fantasma di Diego Fuser, Paul Gazza firma uno straordinario pareggio di cui solo chi è solito vivere le stracittadine a Roma può comprendere il valore emozionale – oltre che sportivo – che una rete di questo tipo può rappresentare, giunta nei momenti finali di gioco. Solo chi è un tifoso doc forse ricorderà il pugno di Vujadin Boskov, all’epoca tecnico giallo-rosso, scagliato contro la panchina dopo il colpo di testa vincente di Paul Gascoigne, e il simultaneo sospiro di sollievo di Dino Zoff, un po’ tremolante all’epoca sulla panchina laziale.

Il gol di Paul Gascoigne nel derby del 1992
Un numero dieci davvero bizzarro Paul Gascoigne, dai gesti spesso provocatori ed esagerati, dalle esultanze esuberanti, dal pianto indimenticabile con la maglia della nazionale inglese e perennemente caratterizzato dalla luce del genio del pallone così come dalla sregolatezza della sua parte più buia.

Dopo l’esperienza nel campionato italiano, Paul Gascoigne passa ai Rangers in Scozia dove vince come non mai in carriera, poi ancora militerà nel Middlesbrough, nell’Everton, nel Burneley con esigua presenza in campo e infine nel Boston, dopo una breve parentesi in Cina. Proverà anche la carriera d’allenatore ma con scorso successo: certamente molto meglio come giocatore.
Una volta appesi gli scarpini al chiodo però iniziano i problemi. Genio del pallone dicevamo, sì, ma anche personalità controversa e pervasa da un vizio funestante, quello dell’alcool. Così il talentuoso Gazza sarà spesso sui giornali, ma non più su quelli sportivi esaltanti le sue gesta, bensì sarà protagonista di desolanti fatti di cronaca: spesso rinvenuto ubriaco e in stato confusionale, sovente ricoverato in cliniche specializzate per percorsi di disintossicazione dalle quali più di una volta sparisce, facendo perdere le sue tracce per la disperazione dei familiari.
Dopo una serie di alti e bassi, interventi chirurgici d’urgenza, dissesti finanziari e accuse di molestie, Gascoigne torna però alla ribalta con dichiarazioni importanti relative al suo impegno di tirarsene fuori e tornare a una vita sana e pulita. Così nel 2012, in occasione della gara di Europa League tra Lazio e Tottenham, Gascoigne viene invitato allo Stadio Olimpico per assistere al match in qualità di ex giocatore di entrambe le compagini e, all’età di 45 anni, torna col cuore ai giorni di gloria trascorsi a Roma con un indimenticabile giro di campo.

Gascoigne sotto la Nord in un Lazio-Tottenham del 2012
Il popolo bianco-celeste lo può così riabbracciare, ricordando le sue magie ed esaltandone i valori tecnici espressi in campo in quei giorni di luce estrema di un campione troppo spesso rimasto vittima del suo tormentato buio interiore. 


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