Di Fabio Caravello
I ragazzi cresciuti negli anni
novanta di lui ricorderanno sicuramente con più lucidità la caricatura creata
da Teo Teocoli, divenuta un vero e proprio tormentone televisivo. Il “vai
Paolino” divenne rapidamente un incubo in quegli anni per tutti i bambini che
si chiamavano Paolo, il riflesso del successo nel grande schermo, come spesso
accade, ebbe un effetto boomerang nella vita di tutti i giorni, trascinandosi
dietro quell’esclamazione ironica.
I padri di quei ragazzini che in
quegli anni si avvicinavano al mondo del calcio, il Cesarone nazionale lo
conoscevano certamente meglio. Era stato una bandiera del Milan negli anni
sessanta, o meglio dal 1954 al 1966 e le sue prestazioni sul rettangolo di
gioco le ricordavano ancora nitidamente, loro avevano vissuto il Cesare Maldini
calciatore, la generazione successiva vivrà il Paolo Maldini calciatore, altro
incredibile campione, ma questa è un’altra storia.
Ancora Paolo e Cesare Maldini |
Quella Coppa dei Campioni alzata nel
1963 dopo la finale vinta contro il Benfica di Eusebio ha ancor più valore se
si tiene conto degli aspetti unici che la caratterizzano, uno su tutti il fatto
che il capitano di quel Milan, Cesare Maldini per l’appunto, è il primo
italiano ad alzare il trofeo dalle grandi orecchie, interrompendo proprio la
striscia di vittorie portoghesi che vedeva il Benfica reduce da due trionfi
consecutivi proprio nelle precedenti edizioni. Da allenatore non mancheranno i
successi per Cesare Maldini, col Milan vince una Coppa delle Coppe e una Coppa
Italia nella stagione 1972-73, ma il bello deve ancora venire.
Cesare Maldini alza la Coppa dei Campioni a Wembley nel 1963 |
Negli anni novanta diventa per tutti
il Cesarone nazionale e il padre di Paolo (soprattutto per i ragazzini che seguono
il calcio in quel periodo), e così al timone dell’Italia under 21 vince
consecutivamente tre titoli europei: 1992, 1994, 1996 (che gli fanno conquistare la panchina d'oro alla carriera), sfornando talenti che
scriveranno altrettante pagine di storia negli anni a venire, perché quella è l’epopea
del “campionato più bello del mondo” che oggi tutti rimpiangono, di rimpianti
invece non ne avrà mai il Ct Cesare, nemmeno per quell’eliminazione ai rigori nel mondiale del 98. Quella stessa Francia, si aggiudicherà due anni dopo anche
l’europeo, rimanendo tutt’ora la nazionale francese più forte di sempre. Chapeau.
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